Qualche mese fa, la stella dei Rams Aaron Donald voleva porre fine alla sua carriera nella NFL. L’agente della star ha persino inviato una lettera di dimissioni, che però non è arrivata a destinazione
Munich – Sono passati quasi quattro mesi da quando Aaron Donald, stella dei Rams, era pronto a chiudere definitivamente la sua carriera nella NFL. Secondo “NFL Network”, il suo agente Todd France ha addirittura inviato una lettera ai dirigenti della franchigia alla fine della stagione. Secondo la lettera, il pensionamento di Donald avrà effetto il 9 maggio.
La lettera, indirizzata al commissario della NFL Roger Goodell e che avrebbe dovuto essere inoltrata dai Los Angeles Rams, non è però mai stata inviata all’ufficio della lega e si dice che a tutt’oggi sia rimasta inedita.
Invece di quelle che dovevano essere dimissioni, la Francia ha poi negoziato un aumento di stipendio per il defensive tackle che non è stato accompagnato da un’estensione del suo attuale contratto.
Donald voleva chiudere la carriera nella NFL
Nel 2018 aveva firmato un contratto di sei anni e 136 milioni di dollari. Anche se è raro che i giocatori difensivi ottengano più soldi senza impegnarsi con la squadra per un periodo di tempo più lungo, questo è esattamente ciò che il tre volte Defensive Player of the Year sperava
I negoziati su questo punto, tuttavia, si sono arenati. Così Donald è apparso sul podcast “I AM ATHLETE” a fine maggio e ha dichiarato di essere “in pace” con la possibilità di terminare la sua carriera se non si fosse raggiunto un accordo.
Il ritiro di Donald sarebbe stato costoso per i Rams
Ma anche se la lettera che annunciava le dimissioni è stata inviata ai capi dei Rams, la cosa è venuta alla luce solo con una telefonata di Zoom molto più tardi, secondo quanto riportato da “NFL Network”. Così entrambe le parti hanno continuato ad avvicinarsi, ma hanno dovuto essere strategiche.
Se la lettera fosse arrivata all’NFL, avrebbe comportato per i Rams un danno al tetto salariale di 21,5 milioni di dollari, che all’inizio di giugno erano diventati solo 9 milioni. Il 6 giugno, il contratto rivisto è stato finalmente firmato, la lettera di dimissioni dimenticata.
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