Da un anno e mezzo Micah Parsons è in attesa di un rinnovo del contratto con i Dallas Cowboys. Quella che all’inizio era solo una trattativa è ormai diventata una farsa imbarazzante.
La NFL è molto più che un semplice “gioco di football”. Anche se si tratta senza dubbio dei migliori giocatori del mondo.
La NFL è un business. In parte anche uno spettacolo. Ne è la prova la disputa contrattuale tra i Dallas Cowboys e Micah Parsons. Si parla di disputa perché ormai non si tratta più di una semplice trattativa.
Che le trattative contrattuali si protraggano a lungo non è certo una novità in questo campionato.
Ma ciò che Parsons, il proprietario e general manager Jerry Jones e il consulente David Mulugheta si stanno pubblicamente rinfacciando non ha più nulla a che vedere con la professionalità. È solo una cosa: imbarazzante!
Dallas Cowboys: Jerry Jones ama il dramma più della vittoria
Il fatto che i Cowboys siano così cronicamente sfortunati non è un caso. “Non mi piace quando c’è calma e non si scrive nulla”, ha detto Jones dopo la prima partita della preseason. “E quando c’è calma, esco e faccio in modo che si scriva qualcosa”.
Una frase che dovrebbe lasciare sbalorditi, ma che invece i tifosi dei Cowboys accettano con un’alzata di spalle, perché a quanto pare non sono abituati a niente di diverso.
Con le recenti dichiarazioni sul canale YouTube dell’ex ricevitore dei Cowboys Michael Irvin, Jones ha gettato benzina sul fuoco: “Quando ho inviato i dettagli al consulente di Micah, mi ha detto che potevo ficcarseli nel culo”.
Anche se il consulente di Parsons, Mulugheta, avesse davvero fatto questa affermazione, cosa che comunque non è verificabile, perché Jones ritiene necessario renderla pubblica? Pensa che così la parte di Parsons sarà più disposta a firmare un contratto?
In realtà, i Cowboys sono noti per essere fedeli ai giocatori che hanno ingaggiato. Ma il caso Parsons sta attualmente sfuggendo di mano. Dimostra che per Jones i soldi sono più importanti del successo sportivo. E dei titoli dei giornali, ovviamente.
T.J. Watt e i Pittsburgh Steelers dimostrano come possono svolgersi le trattative tra un giocatore di punta e una franchigia quando entrambe le parti agiscono con lucidità.
Certo, anche lui si è visto costretto a un holdout. Ma lì non c’è stata nessuna guerra di fango, nessuna dichiarazione tossica e, soprattutto, nessuna richiesta di infilarsi offerte in parti del corpo. E se anche ci fosse stata, almeno non è stata resa pubblica.
Dallas Cowboys: Parsons recita la sua parte
Ma Parsons non è del tutto innocente. È logico che le trattative siano in corso dalla primavera del 2024, quando il pass rusher è diventato “contract eligible”, ovvero idoneo a rinnovare il contratto. E da allora i Cowboys non sono riusciti a fargli un’offerta adeguata.
Ma cosa si intende per adeguato, se non il più grande contratto mai stipulato nella storia della NFL per un giocatore che non sia un quarterback? A condizione che Jones non abbia mentito nell’intervista citata.
Alla fine, si tratta sicuramente della somma garantita, che non è ancora abbastanza alta per il campo del cacciatore di quarterback. Ma nelle trattative non può muoversi solo una parte.
Il risultato è una telenovela, nemmeno bella, che non ha eguali. L’esito è aperto.
Al momento solo una cosa è certa: nessuno dei protagonisti si sta ricoprendo di gloria.




Comments
No Comments